24 maggio 2024
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Investimento e polizza vita
FWU - Expert Corner - FWU AG
Nel complesso e variegato mondo degli investimenti finanziari, ormai da decenni si sente parlare di mercati emergenti.
L’origine di questo termine risale agli anni ‘80 e la sua paternità è legata al nome di Antoine van Agtmael, un economista della Banca Mondiale, che all’epoca propose di utilizzare “mercati emergenti” in sostituzione della vecchia denominazione “paesi del terzo mondo”, per indicare delle nazioni aventi delle caratteristiche in comune, con particolare riferimento all’elevato potenziale di crescita nel lungo periodo.
Nel corso degli anni sono state presentate numerose definizioni di mercati emergenti, in alcuni casi per differenza, ossia per distinguerli dai mercati sviluppati, in altri casi per individuarli in maniera diretta.
Per lungo tempo si è parlato dei BRIC, acronimo coniato nel 2001 da un banchiere di Goldman Sachs, Jim O’Neill, per indicare quattro economie emergenti: Brasile, Cina, Russia e India, che in base alle previsioni avrebbero avuto un ruolo crescente nel panorama dell’economia mondiale.
Alla sigla BRIC è stata in seguito aggiunta una “S” e si è passati a BRICS, per includere nel gruppo anche il Sud Africa.
Ad agosto 2023 si è deciso di fare entrare altri 6 Paesi a partire da gennaio 2024 e così il numero dei BRICS è salito a 11, includendo anche Arabia Saudita, Argentina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia e Iran.
Lo stesso O’Neill ha creato poi nel 2013 un altro acronimo, MINT, per indicare Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia, nuovi mercati emergenti con ottime prospettive di sviluppo.
Senza avere la pretesa di dettagliare in maniera completa ed esaustiva quali sono i mercati emergenti, visto che la lista varia a seconda di chi la stila e dei criteri utilizzati per la stessa, concentriamo la nostra attenzione sulle caratteristiche principali in base alle quali un mercato viene considerato emergente.
In linea generale possiamo dire che un primo tratto comune dei Paesi emergenti è rappresentato da un reddito medio-pro capite contenuto, per il quale però si prevede un rapido incremento negli anni successivi, accompagnato da una crescita sostenuta del PIL, solitamente oltre il livello del 5%.
Ciò è reso possibile generalmente da una trasformazione dell’economia, che avviene grazie a una forte spinta all’industrializzazione e all’urbanizzazione, ma anche all’incremento del consumo interno e al miglioramento delle esportazioni.
Un tratto comune dei mercati emergenti è il dinamismo demografico, visto che spesso hanno una popolazione giovane che si traduce in un aumento della forza lavoro e dei consumi interni.
Alla crescita di questi ultimi contribuisce anche una rilevante trasformazione sociale, con un calo tendenziale del tasso di povertà e la nascita di una classe media.
Ad accomunare i mercati emergenti è anche il forte potenziale di sviluppo in termini di infrastrutture, risorse naturali, tecnologia e capitale umano, cui si affiancano spesso rilevanti opportunità per l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie.
Un altro tratto distintivo è un significativo afflusso di capitali dall’estero, in particolare dai Paesi sviluppati, che realizzano investimenti ad hoc per sfruttare al meglio il potenziale di crescita dei mercati emergenti.
Questi ultimi sono considerati tali quando si caratterizzano per una maggiore volatilità, risentendo maggiormente delle fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e delle principali valute, vista la loro dipendenza dalle risorse naturali.
All’instabilità economica a volte si affianca quella politica e ciò contribuisce a rendere più elevato il rischio degli investimenti rispetto ai paesi sviluppati.
Come abbiamo appena visto, i mercati emergenti hanno diverse caratteristiche in comune, ma è sbagliato pensarli come se fossero un’unica entità omogenea.
Ci sono, infatti, delle differenze anche significative tra i vari Paesi ed è importante conoscere e individuare le peculiarità di ognuno, anche per comprendere quali sono le prospettive dei mercati emergenti e su quali è preferibile indirizzare i propri investimenti.
In generale, le previsioni per i mercati emergenti sono abbastanza favorevoli e tra quelli più promettenti per il 2024 troviamo: India, Indonesia e Taiwan.
L’India è uno dei mercati emergenti più promettenti non solo per il 2024, ma anche oltre, visto che le previsioni indicano per il paese una crescita economica superiore a quella della Cina.
Secondo alcune stime, la crescita reale del PIL dovrebbe aggirarsi intorno al 6%-7% e ciò sarà favorito in primis da una tendenza demografica favorevole, visto che il Paese vanta una popolazione molto giovane, se si pensa che quasi l’80% della stessa ha meno di 50 anni.
A rendere attraente il Paese è anche la svolta della spesa in infrastrutture e nel digitale, con massicci investimenti governativi che hanno attratto anche consistenti capitali dall’estero.
Le previsioni indicano una forte crescita attesa per il reddito pro capite che stando ad alcune elaborazioni dovrebbe quadruplicare entro il 2031.Un altro mercato emergente molto interessante è quello di Taiwan, le cui prospettive di crescita sono inferiori a quelle attese per l’India, ma non per questo meno allettanti.
Nel 2024 il PIL dovrebbe mostrare un rialzo del 3,43%, con una decisa accelerazione rispetto all’1,31% registrato nel 2023.
Dopo aver accusato l’impatto negativo della frenata del ciclo tecnologico nel 2022, Taiwan è pronto a ripartire, sulla scia proprio delle migliorate prospettive del settore tech, con particolare attenzione al business dei semiconduttori, un settore strategico per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.Da tenere d’occhio anche l’Indonesia che mostra un’economia in rapida espansione, come confermato dagli ultimi dati.
Nel 2023 il PIL è aumentato del 5,05% e si prevede un ulteriore incremento per quest’anno, con la previsione di un rialzo del 5,2%,
I consumi interni in Indonesia sono stati un po’ rallentati dal rialzo dei tassi di interesse e dal calo delle esportazioni, ma il Paese può riprendere un buon passo grazie alla sua popolazione giovane e alla crescente classe media.
Al pari dell’India, anche l’Indonesia potrebbe trarre vantaggi da un’eventuale destabilizzazione dei mercati cinesi.Senza allontanarsi dai mercati emergenti dell’Asia, una buona scommessa per il 2024 e anche per gli anni successivi è rappresentata dalla Cina.
Indubbiamente il Paese sta facendo i conti con un’economia più in difficoltà rispetto al passato, a causa di una tendenza demografica sfavorevole e di un elevato indebitamento.
Il PIL è in frenata rispetto agli scorsi anni, ma nel 2024 si prevede una crescita comunque ragguardevole del 5%.
Tra i punti di forza della Cina in questo momento si segnalano il miglioramento della redditività delle imprese, il taglio dei tassi di interesse e in generale un potenziale di crescita intatto nel lungo termine.
Conviene investire nei mercati emergenti? Per rispondere a questa domanda è bene subito chiarire che investire in Paesi emergenti presenta dei vantaggi e degli svantaggi che bisogna conoscere per poter agire con maggiore consapevolezza.
Gli investitori interessati all’andamento dei mercati emergenti possono fare riferimento agli indici dei mercati emergenti stessi.
Nel dettaglio, l’indice MSCI emerging markets e l’Emerging Markets Bond Index (EMBI), misurano rispettivamente l’andamento delle azioni e delle obbligazioni dei mercati emergenti.
Gli investimenti nei Paesi emergenti sono allettanti per diversi motivi, in primis perché offrono prospettive interessanti di performance nel lungo termine.
Visto che i mercati emergenti vantano spesso tassi di crescita più elevati di quelli sviluppati, l’azionario e i titoli di Stato dei Paesi emergenti restituiscono rendimenti maggiori agli investitori.
In secondo luogo, investire sui Paesi emergenti è vantaggioso perché hanno una bassa correlazione con i mercati sviluppati, inoltre le valutazioni sono frequentemente più attraenti, con un maggiore potenziale di upside da esprimere.
Investire in mercati emergenti offre altresì l’opportunità di diversificare il portafoglio, perché la loro decorrelazione da quelli sviluppati fa sì che possono comportarsi in maniera diversa in determinati contesti economici.
Investire nei mercati emergenti comporta dei rischi, spesso maggiori rispetto a quelli dei mercati sviluppati.
Citiamo innanzitutto l’elevata volatilità degli asset, per via di vari fattori quali l’instabilità politica, le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime e la forte dipendenza dai flussi di capitali esteri.
Al rischio di cambio, prettamente legato all’andamento della valuta di un dato Paese, si affianca quello della liquidità, visto che in alcuni casi può essere limitata, rendendo difficile la compravendita di asset.
Tra i rischi ci sono anche l’instabilità politica e la mancanza o la scarsità di una regolamentazione legale o fiscale che possono impattare negativamente sugli investimenti, alimentano ad esempio il rischio di frodi o di una gestione non corretta.
Investire nei mercati emergenti non è certo una cosa semplice ed è necessario avere conoscenze e competenze adeguate per evitare cattive sorprese.
La scelta di fondi di investimento gestiti da professionisti specializzati è sicuramente una mossa vincente e da questo punto di vista l’offerta di FWU è molto interessante, perché grazie alla sua tecnologia permette di investire nei mercati emergenti controllando il rischio.
I nostri prodotti vantano un elevato valore aggiunto, con numerosi profili di rischi e strumenti per mitigare la volatilità, grazie all’imprescindibile supporto di algoritmi che consentono di sfruttare al meglio le opportunità del mercato.
A queste caratteristiche risponde in particolare Forward Quant, la nostra polizza unit-linked che individua le migliori occasioni tra oltre 400mila asset presenti sul mercato, tenendo sotto controllo la volatilità.
La tecnologia è il fulcro anche di Forward Unico, la unit-linked che vede intelligenza artificiale e analisi dei Big data al servizio del tuo investimento, senza dimenticare l’ultima arrivata in casa FWU, Forward Dynam, che offre uno speciale basket difensivo per limitare gli effetti negativi dell’alta volatilità.
I mercati emergenti…
hanno un elevato potenziale di crescita nel lungo termine
offrono diversi vantaggi agli investitori
espongono a diversi rischi da non sottovalutare
Buono a sapersi
L’India è uno dei mercati emergenti più promettenti del momento, tanto che molti la considerano la nuova Cina.