Se l'azionario statunitense sta avendo la meglio rispetto a quello europeo, con una volatilità sicuramente più contenuta, sono altri gli asset vincitori del conflitto in atto. Si pensi al dollaro che grazie alla sua caratteristica di bene rifugio ha schiacciato l'euro su valori sempre più in bassi fino a quota 1,08.
Grandi guadagni per le materie prime e tra altre segnaliamo l'oro, che si è spinto di slancio verso i 2.070 dollari l'oncia, ma è stata ancora più fulminea la galoppata del petrolio, con il Wti salito fino a 130 dollari al barile, grazie anche alla maggiore volatilità dello strumento finanziario.
L'incertezza resta elevata, come confermato anche dall'andamento del Vix, l'indice che misura le aspettative sulla volatilità del mercato: alla data del 7 marzo si trova, infatti, a circa 36,5 punti, un valore doppio rispetto a quello segnato a inizio gennaio.